[FESTIVAL – FEFF22] REVIEW – VERTIGO

Vertigo (Korean Movie) - AsianWiki | Vertigo, Korean drama movies ...

TITOLO ORIGINALE: 버티고

REGISTA: Jeon Gye-Soo

CAST: Chun Woo-Hee, Jeong Jae-Kwang, Yoo Teo

VOTO: 8/10

TRAMA: La vita complicata di Seo-Young, una donna di trent’anni, peggiora ulteriormente a causa di forti vertigini e una serie di avvenimenti che la porteranno a soffrire sempre di più per la sua vita emotivamente e fisicamente instabile fino a quando un incontro fortuito le cambia la sua visione della vita.

RECENSIONE:

Seo-Young vive una vita all’esterno abbastanza normale per una trent’enne di oggi; ha un lavoro precario, una relazione sentimentale instabile e segreta con un suo superiore e una madre abbastanza pesante che la chiama spesso per lamentarsi, questa vita all’apparenza normale è in realtà una condanna per la giovane, per tutta la durata del film vediamo in un crescendo di scene sempre più girate sempre più ‘attaccate’ al volto della protagonista quanto la sua vita sia estremamente claustrofobica aggiungendo che a causa di un problema mai curato al timpano vive in una costante sensazione di vertigini con l’aggravante di lavorare in un altissimo grattacielo al 42° piano.

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Questa sensazione di vertigini, di oppressione claustrofobica è rappresentata magistralmente tanto che anche lo spettatore si trova a sentirsi a disagio e in tensione insieme alla protagonista.

Il film rappresenta una vera e propria accusa della società coreana nei confronti delle donne, Seo-Young è sicuramente una ragazza che cerca di vivere al meglio la sua vita ma si trova davanti una sequela di difficoltà che in realtà non sono altri che le difficoltà della vita di tutti i giorni. Il regista pur essendo un uomo entra perfettamente nelle tematiche di discriminazione sessuale e molestie che ogni giorno molte donne subiscono. Come abbiamo detto in apertura, il film è una condanna alla società coreana, ma non solo, l’occhio dello spettatore ‘non-coreano’ non farà certo fatica a vedere in quello che accade a Seo-Young uno spezzato di realtà familiare, considerato che in tutto il mondo esistono situazioni di mobbing e molestie sessuali anche solo velate nei confronti delle dipendenti.

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Come vediamo nel film, Seo-Young vive in una costante situazione di solitudine e disagio, non solo le sue relazioni sono a senso unico sia con la madre che con il suo compagno ma anche i suoi rapporti di lavoro non portano a nulla, l’unico rapporto semi sincero è quello che ha con un’amica e collega di cui però si sa poco se non che subisce velate molestie dal suo capo alle quali lei non reagisce per paura di perdere il lavoro.

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Il ‘tuning point’ nella vita della protagonista arriva con la crisi sentimentale sia con il suo compagno che con la madre e in concomitanza con l’incontro con un giovane lavavetri con una storia drammatica che lo ha reso apatico, solo Seo-Young riesce a stuzzicare in lui l’interesse e la voglia di aiutarla.

Vertigo è un film più che riuscito che riesce a creare nel pubblico estrema empatia ed instabilità emotiva, al termine della visione ci si sente persi, nonostante il film non abbia un finale estremamente drammatico lo spettatore si troverà ad avere una sensazione di vertigine e ‘fiato corto’. Al suo quinto lavoro il regista ha stravolto di nuovo il suo stile ed ha raggiunto una buona maturità artistica, la scelta di Chun Woo-Hee è perfetta, l’attrice riesce con un solo sguardo a trasmettere una sensazione di inadeguatezza e ansia che avevamo già visto nella sua interpretazione di Han Gong Ju nell’omonima pellicola. I due protagonisti maschili riescono ad essere ottime spalle per un’attrice sensazionale in un ruolo perfettamente nelle sue corde e le sembra cucito addosso.

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    Articolo di: Veronica Croce

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