IL FESTIVAL DELL’ORIENTE TORNA A MILANO

Un evento che noi dello staff di Mugunghwa Dream aspettavamo da tempo sta per iniziare proprio a Milano, si tratta del famoso Festival dell’Oriente!

Per i lettori non familiari con l’evento, il Festival dell’Oriente è una manifestazione, come si evince dal nome, sull’Oriente in tutte le sue svariate sfumature. L’Asia non è mai stata così vicina a casa, con spettacoli, cibo, tradizioni e tanto altro che si svolgeranno nei giorni del 31 gennaio, 1 e 2 febbraio 2020 al centro fieristico Milano City, ferma M5 Portello.

Per l’edizione di quest’anno, la quarta per precisione, ci saranno ben 20 Paesi a rappresentare la magia e l’incanto dell’Oriente, un viaggio nella bellezza, nei sapori e nei colori di terre così tanto lontane dall’Italia ma che hanno da sempre un fascino ammaliante su noi italiani.

Bazar, stand, ristoranti e palcoscenici per dare un assaggio, letterale e non, di ciò che è il continente asiatico, dai prodotti alimentari agli spettacoli di arti marziali, dai massaggi ristoratori alla vestizione con abiti tradizionali.

Dei quattro palchi allestiti, due saranno dedicati alle arti tradizionali quali, per esempio, la cerimonia del tè e le danze orientali, uno vedrà le esibizioni di arti marziali e lezioni dimostrative tenute da maestri professionisti a cui anche i visitatori potranno partecipare, e per ultimo, ma non meno importante, il palco dedicato a salute e benessere.

Novità di quest’anno è la presenza di due nuove aree culturali, Filippine e Indonesia. Per il primo Paese i visitatori potranno ammirare una mostra fotografica sulle Filippine e una mostra sugli abiti tradizionali, oltre al poter vedere la riproduzione della capanna tipica filippina; per quanto riguarda il secondo Paese, vi sarà una mostra fotografica sull’Indonesia, una statua Borobudur (invitiamo tutto i lettori a fare una ricerca su internet per scoprire le bellezze di questo sito archeologico, patrimonio dell’UNESCO) e, infine, la riproduzione di una risaia e di paesaggi tipici indonesiani.

Da non dimenticare la possibilità di indossare abiti tradizionali di vari paesi tra i quali il kimono (Giappone) e l’hanbok (Corea), le attività gratuite organizzate per regalare un’esperienza ancora più coinvolgente ma anche la danza dei leoni su pali che arrivano fino a 2,5 metri (disclaimer: chiaramente non si tratta di leoni veri, ma di costumi tradizionali) e i tour guidati delle aree culturali per mostrare i punti salienti del festival e dei paesi ospitati e per comprendere più a fondo religioni e pratiche spirituali non appartenenti alla nostra cultura.

Vi abbiamo un po’ incuriositi? Per tutte le informazioni quali spettacoli, cerimonie, attività e corsi visitate il sito ufficiale del Festival dell’Oriente!

Il festival è organizzato in varie città italiane perciò se non potete venire all’edizione milanese non disperate, ci saranno altre opportunità per vivere l’Oriente nelle altre zone d’Italia, la tappa successiva, inoltre, sarà Bologna.

Per tutti gli appassionati di fotografia e video, gli organizzatori della manifestazione hanno organizzato un interessante concorso a cui chiunque può partecipare, basta avere una fotocamera, uno smartphone o qualsiasi altro dispositivo per scattare foto e registrare video! Che cosa si deve fare? Semplice, immortalare il festival, non ci sono altre direttive. Perciò lavori che ritraggono gli spettacoli, cibo, artisti, qualsiasi cosa o persona che il vostro occhio artistico reputa importante di essere immortalato. Il vincitore nella sezione fotografia riceverà in premio un viaggio per due in Thailandia mentre il primo premio per la sezione video è un weekend in una Spa selezionata.

Hashtag ufficiale dell’evento: #festivaloriente

Noi ci saremo, chi di voi parteciperà?

QUI troverete le indicazioni per raggiungere Fiera Milano City!

Data l’enorme paura derivata dalla diffusione del recente coronavirus che ha colpito soprattutto la Cina, i responsabili del festival assicurano che tutte le persone di origine cinese coinvolte nell’organizzazione del festival non vengono dalla Cina e che le merci proposte ai visitatori non provengono dal Paese sopracitato.

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    Articolo di: Silvia Crippa

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