Ieri pomeriggio abbiamo seguito in diretta le nomination agli Oscar ma era giusto fare il vero punto della situazione in un articolo riassuntivo.
Bong Joon Ho, era già entrato nella storia avendo vinto la Palma D’Oro al festival di Cannes, ma evidentemente Parasite meritava di più, molto di più, e con l’apertura ufficiale delle premiazioni il film e il suo regista non hanno smesso di stupire.
Dopo la vittoria ai Golden Globe nella categoria miglior film straniero e quella ai Critics’ Choice Awards sia come regista che come miglior film, Bong Joon Ho e Parasite hanno conquistato anche 4 nomination ai BAFTA, gli oscar inglesi, nella sezione Miglior Sceneggiatura Originale, Miglior Film, Miglior Regista e ovviamente Miglior Film Straniero.
Ma arriviamo a quello che ha fatto gridare, nuovamente, all’impresa storica. Durante l’annuncio delle nomination agli Oscar il film ha compiuto un vero passo strabiliante; Parasite non solo è stato nominato, com’era prevedibile, come Miglior Film Straniero ma anche in altre cinque categorie insospettabili per gli Academy Awards: Miglior Scenografia, Miglior Montaggio, Miglior Film, Miglior Sceneggiatura Originale e Miglior Regista.
Bong Joon Ho è quindi il primo regista coreano a ricevere non una ma ben sei nomination agli Oscar.
In occasione di questo incredibile risultato di Bong Joon Ho, Parasite tornerà nelle sale italiane a partire dal 6 Febbraio.
Ma non è solo, quest’anno gli Oscar hanno riconosciuto il talento coreano non solo nelle categorie “maggiori” ma anche in quelle categorie che di solito i grandi titoli snobbano; ovvero Miglior cortometraggio documentario per In The Absence di Yi Seung Jun e Gary Byung Seok Kam.
In the Absence racconta la tragedia del tragedia del Sewol.
Il corto, che ha già vinto ai World Press Photo award, ha iniziato la sua produzione nel 2017, e combina interviste intime con le famiglie delle vittime, i sopravvissuti e i sub che hanno partecipato alle operazioni di salvataggio con filmati d’archivio mozzafiato e registrazioni audio ottenute dalle autorità sudcoreane. Il risultato è il racconto di una storia avvincente e allo stesso tempo compassionevole delle persone le cui vite sono state cambiate per sempre da questa tragedia.