Siamo arrivati alla fine della diciassettesima edizione del Korea Film Fest e come ogni anno è arrivato il momento dei pagellini finali.
Il Festival si è concluso con una vittoria annunciata da parte dei giurati ed alcune sorprese, parto dicendo che io sono totalmente in linea con la giuria per quanto riguarda i vincitori, ecco chi sono:
Giuria:
Vincitore della sezione Orizzonti: BURNING
Vincitori della sezione Independent: CLEAN UP
Premi speciali:
Orizzonti Coreani: The Spy Gone North
Independant Korea: Nailed
Pubblico:
Primo: THE SPY GONE NORTH
Secondo: Burning & Nailed
Terzo: The Witch (part.1)
Dopo la classifica finale ecco le mie pagelle, non ho inserito tutti i film perché non li ho ancora visti (ndr ne mancano solo tre) ma lo farò quanto prima, come sempre non inserirò nei pegellini i film della retrospettiva dedicata all’ospite di quest’anno (Jung Woo Sung) perché la maggior parte dei film sono molto vecchi.
Swing Kids (Film d’apertura) – regia di Kang Hyoung Chul
Non è la prima volta che la guerra di Corea viene trattata con uno stile leggero e contemporaneamente ipercritico ma è sicuramente la prima volta che viene trattata nella più classica forma del Musical “all’americana”. Con un cast eccezionale sia a livello recitativo sia dal punto di vista della danza il film tocca diversi temi senza dare giudizi finali. Kang Hyoung Chul riesce benissimo a mischiare diversi generi senza che si sovrappongano con prepotenza l’uno sull’altro.
VOTO: 7,5
Clean Up (Independent Korea) – regia di Kwon Man Ki
Un film intenso che racconta i diversi tentativi di redenzione dei protagonisti con la grande metafora della pulizia, sia a livello pratico che, soprattutto, a livello figurato mostrando come i protagonisti lottino a fatica per un posto nel mondo.
VOTO: 8
Illang: The Wolf Brigate – regia di Kim Jee Woon
Potremmo definire questo film come la mia grande delusione del festival. Illang è un film sconnesso, nonostante un’idea precisa e ben specificata il film è un mix di stili sconnessi e mal recitati. Dal genere romantico a quello d’azione il film risulta totalmente slegato. Nonostante sia un prodotto Netflix per il mercato streaming il film risulta decisamente meglio sul grande schermo, in cui la grafica vince su tutto il resto.
VOTO: 6=
After My Death (K-Society) – regia di Kim Ui Seok
Un film crudo che mostra quanto di sbagliato c’è nel giudicare le persone partendo da semplici convinzioni e pregiudizi senza conoscere realmente i fatti. Un racconto vero che schiaffeggia e ‘disturba‘ lo spettatore a causa delle ingiustizie della vita a cui siamo tutti esposti.
VOTO: 8+
The Spy Gone North (Orizzonti Coreani) – regia di Yoon Jong Bin
Uno dei generi più amati dai coreani è senza dubbio quello dello spionaggio con protagonista assoluta la divisione delle due Coree. Anche questa volta il film è completamente riuscito soprattutto grazie alla magistrale interpretazione di Hwang Jung Min che come sempre si è rivelato un eccellente attore capace di alternare diverse tipologie di personaggio senza mai eccedere nelle sua interpretazione. L’unico difetto di questo film è la lunghezza e l’incapacità di arrivare ad un finale secco senza scivolare prima in tre diversi falsi finali.
VOTO: 7/8
Miss Baek (K-Society) – regia di Lee Ji Won
La violenza sui minori è la tematica principale di questo film che scopre un nervo scoperto della società in generale e non solo di quella coreana, le ferite non sono solo quelle fisiche ma soprattutto quelle psicologiche che a fatica riescono ad rimarginarsi. Il film colpisce per la crudezza e il realismo della messa in scena e dell’interpretazione di un’ottima Han Ji Min anni luce lontana dai suoi soliti personaggi.
VOTO: 8
Dark Figure Of Crime (Orizzonti Coreani) – di Kim Tae Gyoon
Una delle piccole perle del festival di quest’anno è senza dubbio questo legal thriller tratto da una storia vera. Una narrazione lineare e la magistrale interpretazione di Joo Ji Hoon fanno passare oltre il fatto che il film ricordi già altre pellicole dello stesso genere, primo fra tutti “Memories of Murder” di Bong Joon Ho.
VOTO: 7,5
Burning (Orizzonti Coreani) – regia di Lee Chang Dong
Poesia pura. Non posso che confessarvi che questo film mi ha completamente estasiata, posso dire che senza ombra di dubbio è il mio preferito del Maestro Lee Chang Dong, che ha da sempre un occhio estetico superiore alla media. Con Burning l’asticella della produzione artistica del regista si è nuovamente alzata, trasformando completamente il racconto breve di Haruki Murakami, dal quale è tratto il film, in qualcosa di esteticamente e narrativamente perfetto. I tre interpreti danno una grandissima prova attoriale. Yoo Ah In è un interprete sopraffino che riesce senza sforzo a raccontare il disagio del suo personaggio.
VOTO: 10
Human, Space, Time and Human (Orizzonti Coreani) – regia di Kim Ki Duk
Violenza, fame e disperazione sono alla base dell’ultimo lavoro di Kim Ki Duk che racconta la con una crudezza tipica del suo cinema la realtà della natura umana, secondo il suo contorto e malato punto di vista. Il film esplora non solo la disperazione e il dolore ma anche la brutalità della violenza sessuale. Il film, per quanto possa essere politicamente scorretto lascia allo spettatore un’infinità di interrogativi sulla natura umana. La scena finale, tuttavia, butta nel cesto dell’umido anni e anni di studi sull’educazione umana per avvalorare la tesi del regista che “l’uomo è un animale“.
VOTO: 6
Two Weddings and a Funeral (K-Society) – regia di KimJho Gwang Soo
Un film di alcuni anni fa, che ho personalmente scelto per rappresentare la tematica dei diritti LGBT in Corea. Una commedia dissacrante che racconta la normalità della vita della comunità omosessuale in Corea e l’estrema difficoltà con cui affrontano la vita di tutti i giorni, costretti a nascondere la propria natura al cospetto di una società cattiva e bigotta.
VOTO: 7
The Witch: Part 1. The Subversion (Orizzonti Coreani) – regia di Park Hoon Jung
Un riuscitissimo action movie, il primo di una trilogia, che ricorda a tratti la serie tv Alias in cui bambini giovanissimi vengono addestrati a diventare macchine da guerra. La giovane protagonista Kim Dami è una vera e propria forza della natura ed un talento naturale, sicuramente sentiremo molto parlare di lei.
VOTO: 7
Golden Slumber (Orizzonti Coreani) – regia di Nam Dong Seok
Un “uno contro tutti” destinato a scontrarsi con la cruda realtà, nessuno è davvero come sembra, o meglio, nessuno è come vogliono farci credere che sia. Una costante corsa contro il tempo e un’ottima interpretazione di Kang Dong Won in un vero e proprio one-man-show. Peccato per il finale inconcludente.
VOTO: 6,5
Nailed (Independent Korea) – regia di Ha Yoon Jae
Una storia slegata ed inconcludente con una buona regia. Nailed ha un grande potenziale sprecato perché la regista ha voluto aggiungere troppa carne al fuoco.
VOTO: 5,5
Gonjiam: Haunted Asylum (Notte Horror) – Jung Bum Sik
Le riprese mosse e una trama inconsistente formano un film dall’enorme potenziale del tutto sprecato forse per la voglia di raccontare troppo e non spiegare davvero nulla.
VOTO: 5
Cart (K-Society) – regia di Boo Ji Young
Un film dalla forza emotiva e dalla critica sociale che difficilmente riusciamo a trovare nei registi di oggi, come ho scritto nel catalogo e detto in presentazione, in Corea era dal 1980, col film Kuro Arirang, che non si raccontava una lotta di classe attraverso gli occhi delle donne con tale forza.
VOTO: 8
Beautiful Days (Film di chiusura) – regia di Jero Yun
Un regista a cui è molto caro il tema delle donne che si spostano dalla Corea del Nord alla Cina per poter arrivare poi in Corea del Sud. Se il suo primo film era un documentario con Beautiful Days racconta attraverso la fiction una storia cruda che presenta diverse vittime e un solo carnefice. Un buon film interpretato egregiamente soprattutto dal giovane protagonista maschile, Jang Dong Yoon, al suo debutto cinematografico.
VOTO: 7
Come vedete dai miei voti questa è stata un’edizione estremamente positiva.
Ci vediamo l’anno prossimo.