KIM KI DUK PERDE LA CAUSA DI DIFFAMAZIONE

Da molti anni ormai Kim Ki Duk non è una figura ben accetta in Corea e degli ultimi due anni, però, la sua immagine è peggiorata ulteriormente a causa di diverse denunce di stupro che hanno, in seguito, aperto un enorme vado di Pandora che ha smascherato gli abusi da parte di diverse personalità dello spettacolo e non solo.

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Le accuse di molestie e aggressione sul set di ‘Moebius‘, si sono concluse con il pagamento di una multa salata per il regista con la motivazione che non c’erano prove sufficienti per procedere in altri modi. Nonostante la vicenda poteva definirsi conclusa il regista decise di sporgere denuncia per diffamazione nei confronti delle attrici che l’hanno accusato e dei produttori di “PD Notebook”, il programma in onda sulla rete televisiva MBC che intervistò l’attrice che lo accusò per Moebius e in seguito altre attrici che accusavano il regista leone d’oro per lo stesso reato.

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Il giornalista e conduttore Han Hak Soo e lo staff di “PD Notebook” della rete MBC

Per il regista, però, non è andata bene questa volta, i pubblici ministeri hanno dichiarato, lo scorso venerdì, di aver archiviato tutte le denunce di Kim Ki Duk, sostenendo che l’accusa di abuso sessuale dell’attrice è stata abbandonata solo perché a causa del ritardo nella denuncia non erano stati in grado di trovare prove sufficienti, ma che tuttavia non c’erano prove che lei mentisse intenzionalmente e come lei anche le altre attrici che lo hanno accusato in forma anonima tramite il programma della MBC.

La produzione del programma non aveva intenzione di calunniarlo e non ci sono prove che le testimonianze fossero false“, hanno dichiarato i pubblici ministeri in una dichiarazione alla stampa.

L’attrice che per prima ha accusato Kim Ki Duk, di cui la stampa ha preferito nascondere l’identità, si dice sollevata.

Kim Ki Duk ha cercato di zittirmi, fortunatamente ora, forse altre vittime che volevano farsi avanti non saremo mai più messi a tacere“, ha dichiarato “E ‘stato così doloroso affrontare indagini quando in realtà ero io la vittima, ma non mi sono mai pentita neanche un secondo di aver parlato. L’ho fatto per me ma anche per le altre donne che forse non avranno più paura di parlare.

Secondo gli attivisti del movimento #MeToo sono molte le donne dell’industria cinematografica sudcoreana (attrici ma anche membri dello staff e registe) che non denunciano gli abusi subiti per timore di danneggiare le loro carriere permanentemente.

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    Articolo di: Veronica Croce

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