Era solo marzo di quest’anno quando abbiamo scritto un articolo analogo, ma sfortunatamente ad oggi, secondo un recente articolo del Korea Times, il tasso di suicidi tra giovanissimi è nuovamente in aumento.
I funzionari dell’istruzione sono preoccupati perché sempre più studenti si tolgono la vita a causa dell’eccessivo stress derivante dallo studio e dall’ambiente scolastico, pare che il bullismo sia una delle cause principali, oltre che al rapporto tra amici e parenti. Il tasso più preoccupante, di cui vi avevamo già scritto la scorsa volta, è quello che mostra tentativi di suicidio tra studenti giovanissimi delle elementari.
Il Ministero della Pubblica Istruzione sta cercando, con un team di psicologi, di far fronte al problema
Le statistiche che vi avevamo già mostrato già nel mese di Marzo, sono ancora in aumento. L’incognita che più preoccupa gli esperti è quella per cui l’analisi è basata sui rapporti degli studenti nelle singole scuole, quindi in molti ritengono che il numero di casi non segnalati supererà di gran lunga il numero comunicato.
Insieme al crescente numero di tentativi di suicidio, e suicidi effettivi, gli esperti fanno luce ad un altro grave problema, sostengono infatti che molti bambini nel paese soffrono di una crisi psicologica sin dalla tenerissima età.
Anche se dal 2014, la Hallym University, su richiesta del ministero dell’istruzione, sta conducendo un analisi sulle persone (parenti e amici) vicini ai giovani che hanno tentato, o sono morte a causa di suicidio, i dati mostrano che queste ricerche lasciano il tempo che trovano.
Per comprendere meglio il tasso di suicidi in rapida crescita degli studenti delle scuole elementari, l’università ha realizzato un rapporto completo di analisi sugli studenti utilizzando le testimonianze di familiari, insegnanti e amici.
Gli esperti hanno concluso che gli studenti iniziano a subire pressioni a scuola fin dalla più tenera età, ma non hanno nessuno a cui rivolgersi perché la maggior parte di loro proviene da famiglie a reddito doppio con i genitori che trascorrono la maggior parte del proprio tempo al lavoro.
Gli esperti, hanno parlato anche con giovani che hanno tentato il suicidio l’anno scorso, e sono giunti alla conclusione che: circa 277 hanno affermato di aver agito in tal modo depressione e ansia mentre 125 hanno detto a causa della rabbia dovuta all’ambiente scolastico o familiare.
Gli Smartphone.
Gli esperti sottolineano inoltre che un facile accesso ai contenuti degli smartphone ha contribuito all’aumento dei tassi di suicidio.
Potrebbe sembrare assurdo ma pare che all’inizio di quest’anno, una canzone suicida intitolata “Smash your head and suicide” è diventata una hit di YouTube tra gli studenti elementari, mentre tra gli ragazzi adolescenti la moda di caricare i selfie in cui si auto infliggono dolore è sempre più in aumento.
Per due settimane, nel mese di luglio, in cui i casi di suicidio e tentato suicidio sono in aumento, gli organi di sicurezza telematica e il Ministero della Salute e del Benessere hanno monitorato i contenuti legati al suicidio sui motori di ricerca e sugli smartphone e hanno trovato oltre 8.000 casi, in aumento del 38% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. L’84% delle immagini erano atti di autolesionismo.
“I bambini sono troppo esposti a foto e video legati al suicidio attraverso Internet e social media e si stanno abituando all’idea, e sfortunatamente ne alcuni seguono l’esempio“, ha detto Hong Hyun-ju, professore di psicologia alla Hallym University Medical School.
Il mese scorso, i legislatori hanno presentato una proposta di legge per classificare i contenuti suicidi come dannosi per i giovani e vietare loro l’accesso ai minori.
Jeju e il basso tasso di suicidi
L’Isola di Jeju è una Provincia Autonoma e gode, come le nostre Regioni a Statuto Speciale, di particolari forme e condizioni di autonomia.
Dal 2015, l’Ufficio dell’Istruzione provinciale di Jeju, grazie ad un organo autonomo speciale, ha assunto consulenti anti-suicidio nelle scuola, dando immediatamente un aiuto agli studenti che tentano il suicidio o mostrano segno di autolesionismo. Come in molte scuole americane e in alcune scuole europee, la figura di un consulente a cui comunicare i propri disagi a scuola e con le famiglie ha aiutato molti studenti. Un costante lavoro di controlla in cui i consulenti lavorano con scuole e famiglie ha dato i suoi frutti, Jeju è infatti l’unico posto in Corea in cui non sono stati commessi suicidi negli ultimi tre anni.
I giovani e il mondo del lavoro
Un altro dato allarmante è legato ai giovani appena usciti dall’università, uno su sette, alla ricerca di un lavoro ha avuto pensieri suicidi a causa dello stress.
Secondo un sondaggio condotto dal Centro Medico Boramae dell’Università di Seoul a maggio, su 124 laureati in cerca di lavoro, il 40% ha risposto di aver avuto sintomi simili alla depressione, mentre il 15,3% ha riferito di aver pensato almeno una volta al suicidio.
La più grande fonte di stress per i giovani laureati è legata ai prestiti universitari, non trovando lavoro si trovano infatti impossibilitati a pagarli e questo aumenta in loro la depressione.
Gli esperti sottolineano, quindi, l’importanza dei consulti psicologici per per prevenire il suicidio grazie ai quali possono ridurre lo stress e l’ansia.
Il “metodo Jeju” potrebbe sicuramente aiutare i giovanissimi, ma un aiuto concreto e soprattutto una diversa visione dei problemi psicologici potrebbe aiutare una società costretta a star dietro alla crescita economica ma alla mancanza di prospettive solide.
La Corea è un pese estremamente ostile per quanto riguarda le malattie psicologiche, per cui, trovare un supporto psicologico efficace è molto difficile. Lo scorso anno questo problema è tornato alla luce dopo il suicidio del cantante degli SHINee Kim Jonghyun, il quale nella sua lettera d’addio ha denunciato la mancanza effettiva di supporto psicologico per casi di depressione e altri problemi legati alla sfera psicologica.
Fonte: Kim Hyun-bin, The Korea Times