Devo ammetter che quando ho iniziato questo drama non ero del tutto convinta, il plot iniziale e l’idea generale che la chirurgia estetica potesse risolvere tutti i problemi mi stava decisamente stretta, ma poi, andando avanti con gli episodi oltre ad essermi perduta mente innamorata di Do Kyung Seok mi sono decisamente ricreduta.
Il drama, tratto dall’omonimo webtoon, dietro allo stratagemma della chirurgia estetica racconta le insicurezze e i problemi che affronta ogni giorno la società coreana che vive costantemente con lo spauracchio della bellezza esteriore senza affrontare i propri demoni personali.
Ed è così che ci troviamo a ragionare anche su noi stessi, guardandoci sia con gli occhi di Mi Rae che con quelli del resto dei personaggi.
Quello che più fa riflettere di questo drama è la normalità del giudizio degli altri nei confronti delle altre persone solo in base al loro aspetto e al loro peso senza minimamente pensare a chi si ha davanti. Episodio dopo episodio si entra in contatto con la mente della protagonista e si empatizza con la sua insicurezza che si manifesta durante tutto il drama.
Nonostante si sia completamente rifatta i connotati, infatti, Mi Rae rimane estremamente insicura su se stessa anche quando si rende conto che Kyung Seok, il ragazzo più bello della scuola che conosce anche il suo ‘vecchio aspetto’, è innamorato di lei, Mi Rae rimane terrorizzata dal giudizio che gli altri possono avere su di lei e sulla sua relazione con Kyung Seok.
Ma non è solo Mi Rae a rappresentare in pieno le insicurezze di questa generazione fissata dall’aspetto fisico, anche Soo A, l’odiosa ma bellissima e naturalissima secondaria, infatti nasconde nel suo semplice e sempre impeccabile stile e nel suo falso sorriso buonista il terrore di non essere apprezzata, tanto che si scoprirà nel corso della storia che soffre anche di un disturbo alimentare. Il suo atteggiamento verso gli altri è sempre falso per timore di non essere apprezzata; e quando Mi Rae, con la sua “bellezza artefatta”, mina il suo primato di ‘più bella della scuola’ mostra come la paura e l’insicurezza di non essere apprezzata possa portare anche a compiere gesti di cattiveria gratuita.
Il dualismo tra bellezza di plastica di Mi Rae e bellezza naturale di Soo A nasconde in realtà un vero e proprio dibattito dell’intera società coreana, come vi avevamo parlato nel editoriale scritto da Giulia, la Corea del Sud è uno dei paesi in cui la chirurgia estetica è all’ordine del giorno e proprio il titolo del drama è ispirato alle “Gangnam Beauty” ovvero le ragazze completamente rifatte che girano per le vie del quartiere di Gangnam tra locali e cliniche estetiche. Ma come fa capire chiaramente questo drama, la bellezza esteriore può solo essere una corazza iniziale ma non vuol dire che rifarsi completamente possa aiutare a risolvere i propri problemi personali, soprattutto se profondamente legati alle nostre emozioni e alle nostre esperienze passate.
In una delle ultime puntate è la stessa Mi Rae ha spiegarlo, quando uno dei suoi spasimanti si dichiarerà a lei dicendo che si è innamorato di lei per la sua bellezza lei ripensa a come a Kyung Soo, al contrario, non interessa assolutamente il suo aspetto fisico, le ha più volte detto “Mi piaci perché sei tu” facendole chiaramente capire che non è il suo aspetto fisico ad averlo attratto bensì la sua personalità e i suoi modi gentili.
Le diverse dinamiche dei personaggi secondari mostrano altri tipi di disagi sociali, solo accennati ma ben chiari; dall’insicurezza legata all’indifferenza dei genitori mostrata dalla Kyung Seok e sua sorella, a quella legata alle aspettative dei genitori diverse dalle proprie che vengono trattate in sordina dall’amico di Kyung Seok all’enorme fardello sociale legato alle gerarchie e alla differenza tra ricchi e poveri che viene solo sfiorata ma che pesa su tutte le persone, e non solo in Corea.
Nascosto dietro un drama/webtoon romantico ‘per ragazzine’, si cela, tuttavia, un messaggio più profondo. Il drama si conclude, oltre che con lo scontato happy ending della coppia principale, con il sogno (utopico) che prendendo coscienza dei propri errori qualcosa possa cambiare per il meglio.
Concluderei parlando brevemente del casting, la scelta di Lim Soo Hyang è a dir poco perfetta, l’attrice che non nasconde i suoi interventi estetici riesce a mostrare tutte le sfaccettature dell’animo di Mi Rae con un perfetto lavoro sia di mimica facciale, statica ad inizio drama e più naturale e rilassata verso la fine, e linguaggio del corpo. Il protagonista maschile, Cha Eun Woo, aveva fatto dubitare moltissimi fan del webtoon convinti che la sua immagine di ‘flower boy’ sempre positivo e sorridente stridesse con il personaggio più cupo ed introspettivo di Kyung Seok ma la sua interpretazione, invece, risulta ben riuscita. Il giovane sta già lavorando al suo prossimo drama, quindi sono sicura che ne sentiremo parlare ancora per un po’.
Potete leggere il webtoon QUI (è solo in Inglese)