Finito il festival è giunto il momento del consueto pagellino dal quale ho tolto i film della sezione speciale K-South & North e quelli della retrospettiva su Ha Jung Woo ad esclusione di Along With The Gods.
Il festival si è concluso con un vincitore assoluto, è forse per la prima volta nella storia del festival che il vincitore del pubblico e della giuria ha ricevuto un tale plebiscito.
Se ve li foste persi, ecco i vincitori:
Giuria:
Vincitore della sezione Orizzonti: A TAXI DRIVER
Vincitori della sezione Independent: MICROHABITAT
Pubblico:
Primo: A TAXI DRIVER
Secondo: Ordinary Person
Terzo: Microhabitat
È giusto quindi tirare le somme del festival anche per noi che ne abbiamo fatto parte, in generale è stato un festival abbastanza positivo, quindi non mi dilungherò in preamboli, ecco le pagelle:
The Fortress (film d’apertura) – regia di Hwang Dong Hyuk :
Il classico film storico spettacolare e molto lungo, la vera pecca di questo film è forse la ripetitività nelle dinamiche narrative.
VOTO: 7
Jane (Indipendent Korea) – regia di Cho Hyun Hoon:
Un film che gioca con finzione e realtà tra bugie e verità che però risulta molto confuso. Apprezzabile la quasi totale normalizzazione del mondo LGBT.
VOTO: 5,5
The Villainess (Orizzonti Coreani) – regia di Jung Byung Gil :
Un film molto tarantiniano sia per quanto riguarda le scene splatter che per la protagonista femminile. Un’esplosione di potere femminile che non annoia nella sua rappresentazione estrema delle scene di lotta e nella storyline che rimbalza tra il melodramma e l’action movie più puro. Cast perfetto a partire dalla protagonista Kim Ok Bin e dai due co-protagonisti maschili Shin Ha Kyun e Sung Joo.
VOTO: 7+
Along With The Gods (Retrospettiva Ha Jung Woo)– regia di Kim Yong Hwa:
Ecco la prima delusione del festival, ero molto curiosa di questo film anche perché ha battuto ogni record al botteghino, ma sfortunatamente il film non ha nulla a che vedere con la struttura narrativa del webtoon e gli effetti speciali sembrano quelli di un b-movie qualsiasi. Anche il cast di tutto rispetto non riesce nell’impresa di rendere il film meno mediocre. Ci saranno altri tre film della serie, speriamo i prossimi migliorino.
VOTO: 6 =
Glass Garden (Orizzonti Coreani) – regia Shin Su Won:
Shin Su Won è sicuramente una delle registe che più apprezzo perché riesce sempre a sviscerare la natura umana, ma questa volta il suo tentativo di dare un senso agli atteggiamenti dell’uomo snatura in follia pura creando un film estremamente confuso anche se ben interpretato. Moon Geun Young è come sempre un’interprete eccellente ma il film non riesce ad arrivare ad un punto definitivo.
VOTO: 5/6
Mothers (Indipendent Korea) – regia di Lee Dong Eun:
Un film ‘di pancia’ che analizza il senso materno sotto diverse prospettive. Il mondo dei protagonisti viaggia su vie parallele che non s’incontrano mai davvero, un ritratto non convenzionale della maternità che fa riflettere e commuovere.
VOTO: 7
Ordinary Person (Orizzonti Coreani) – regia di Kim Bong Han:
Uno dei migliori film del festival. Uno spezzato della storia coreana poco conosciuta, quella del primo governo post dittatura militare (la prima) in cui i poteri forti schiacciano i più deboli e tradiscono la fiducia dei più ingenui in una continua lotta per la sopravvivenza in una Corea estremamente impoverita. Interpretato magistralmente da Son Hyun Joo e Jang Hyuk.
VOTO:8
A Taxi Driver (Orizzonti Coreani) – regia di Jang Hun:
Pellicola magistrale che ha conquistato il pubblico e la giuria all’unanimità, un racconto crudo di una storia vera che quasi nessuno conosce del passato della Corea. Un one man show che non dimentica i personaggi secondari che riescono a reggere un grande protagonista come Song Kang Ho che si dimostra ancora una volta un eccellente interprete.
VOTO: 8/9
The Day After (Orizzonti Coreani) – regia di Hong Sang Soo:
Ecco la vera sorpresa del festival, Hong Sang Soo si racconta in questo film in maniera magistrale nonostante rimanga fedele al suo stile narrativo e registico fatto di riprese mosse e zoom forzati questa volta dosa entrambe rendendo la narrazione più naturale, forse proprio perché voleva raccontarsi in maniera intima allo spettatore.
VOTO: 6,5
Microhabitat (Indipendent Korea) – regia di Jeon Go Woon:
Dei tre film della sezione Microhabitat è nettamente il migliore, la storia gira intorno ad una giovane che non riesce ad adattarsi alla realtà dell’età adulta. Un triste spaccato della realtà che mostra la protagonista come un’anima solitaria e allo stesso tempo incapace a rinunciare ai piccoli vizi per poter vivere dignitosamente. È una commedia amara in cui la protagonista rappresenta il desiderio di ognuno di ognuno di noi di lasciare tutto per vivere una vita dissoluta mentre i suoi amici e il suo fidanzato sono la rappresentazione della maturità e dei cambiamenti necessari per poter crescere e vivere una vita tranquilla. Esom dimostra ancora una volta la sua grandissima capacità interpretativa.
VOTO: 7
The Mimic (K-Horror) – regia di Huh Jung:
Uno dei giovani registi più talentuosi debuttò con l’ottimo Hide and Seek questa volta scivola nel commerciale estremo tra sciamanesimo non del tutto riuscito e fantasmi. Il film è un ottimo contenitore di generi dal puro horror al thriller e ha un’interprete piccolissima e già strepitosamente talentuosa, Shin Rin Ah non farà rimpiangere le tre ‘Reginette Kim‘ ormai diventate giovani adulte.
VOTO: 6+
Heart Blackened (Orizzonti Coreani) – regia di Jung Ji Woo
Ecco la vera perla del sedicesimo Florence Korea Film Fest, nonostante la presenza del sempre ottimo Choi Min Sik, il film, rischiava di prendere una piega non del tutto buona, con una trama delle più semplici. E invece, la sceneggiatura non perde un secondo il ritmo da thriller anche se la sua costruzione è più vicina al genere legal il film ha una costante patina di mistero fino all’ultimo secondo. Degna di nota l’interpretazione di Park Shin Hye che ci ha abituati ai suoi soliti personaggi standardizzati dei drama e che invece in questo film mostra il suo vero talento d’attrice, quasi dimenticato dalla sua interpretazione del drama Tree of Heaven del 2006.
VOTO: 8+
ROOM NO.7 (Film di Chiusura) – regia di Lee Yong Seung
Una divertente Black Comedy ha chiuso il festival. Una commedia che ricorda “Un Weekend col morto” dell’89 per la sua costruzione. Primo film del regista ha aperto il Buchon international fantastic film festival dello scorso anno e che ha debuttato al primo posto del botteghino anche grazie alla presenza di Do Myung Soo (D.O.) membro degli EXO che ancora una volta di mostra il suo talento da attore che non è da meno di quello di cantante.
VOTO: 6+
Al prossimo anno.