Quando la politica viene accostata all’arte quasi sempre è perché uno dei due ha fatto qualcosa di poco piacevole all’altro, e così, come con una coppia separata ci si sente in dovere di schierarsi da una o dall’altra parte; questa volta però c’è poco da schierarsi, da qualche giorno sui maggiori giornali nazionali e non è apparsa la notizia che il governo di Park Geun Hye ha stilato una lista nera di 9473 artisti, ‘colpevoli‘ di aver sostenuto la protesta antigovernativa dopo la tragedia del Sweol dove hanno perso la vita 304 persone.
Suddetta protesta del primo maggio 2015 è stata appoggiata da 594 artisti tra cui, oltre a Park Chan Wook e Song Kang Ho, Kim Hye Soo (‘Coin Locker Girl’, ‘The Face Reade’), Park Hae Il (‘The Host’, ‘The Last Princess’), il cantante Kim Tae Woo, il produttore Kang Hye Jung e i registi Kim Jae Woon ( ‘The Age of Shadows‘) e Ryoo Seung Wan .
L’opposizione politica si dice unita ai registi e artisti che a causa di questa lista rischiano vedersi vietati permessi e finanziamenti per il loro lavoro, fatto non poco significativo visto che il partito conservatore continua a perdere consensi tanto da perdere le elezioni parlamentari il 13 aprile.
Nonostante abbia negato che i nomi in quella lista siano state sfavorite e in alcun modo, il governo, quest’anno pare abbia fatto pressioni sui festival internazionali per non invitare alcuni registi e attori inseriti nella lista nera; fortunatamente i maggiori festival, tra cui Cannes e Venezia, non hanno dato ascolto alle richieste governative invitando Park Chan Wook (‘ The Handmaiden’) e Kim Jae Woon ( ‘The Age of Shadows’ con protagonista Song Kang Ho).