[EDITORIALE] K-EROS: TRA EROTISMO E PORNOGRAFIA, QUELLA SOTTILE LINEA ROSSA.

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Finalmente dopo una ricerca e uno studio approfondito del genere, passando attraverso un blocco dello scrittore e alla scarsità di tempo, sono riuscita a scrivere questo editoriale sul cinema erotico. Era molto tempo che volevo soffermarmi su questo genere che m’incuriosisce moltissimo, se siete curiosi quanto me continuate a leggere.

Editoriale di Veronica Croce.

Per poter parlare di cinema erotico è necessario fare un breve excursus storico; sin dall’epoca Joseon (조선- la dinastia più longeva della storia vede il suo inizio nel 1392 e la sua fine nel 1910 con l’arrivo dei Giapponesi nella penisola) la letteratura seguiva le regole del confucianesimo, i cui insegnamenti dicono di non esplicitare mai la propria vita sessuale; così come la letteratura anche il cinema dei primi anni ’60 mostra la sua pudicizia. I primi film di carattere ‘erotico’ si vedono nel 1961 con “Song Chunhyang” di Shin Sangok, seguito nel 1976 da “The Tale of Song Chunhyang” (La Storia di Song Chunhyang) di Park Taewon e nel 1987 “Song Chunhyang” del regista Han Sanghun.

I tre film sopracitati raccontano la storia di Song Chunhyang, una Kisaeng¹, e della sua storia d’amore con il figlio di un magistrato che diventerà magistrato a sua volta, Yi Mongnyoung.

Le origini di questa storia arrivano dall’inizio dell’epoca Joseon, leggenda narra che la vera Song Chyunhyang fosse di una bruttezza rara tanto che morì di dolore e solitudine, dopo la sua morte ci furono anni di morti misteriose tra i ministri, carestia e catastrofi naturali, la gente del posto pensò si trattasse di una sorta di maleficio fatto dalla ragazza, dopo un rito sciamanico crearono una storia in cui Chunhyang era una ragazza di rara bellezza, destinata a sposare un uomo facoltoso con cui avrebbe vissuto una vita felice.

In seguito la storia divenne un pansori, una forma tradizionale di narrazione cantata; come ogni storia popolare prima di arrivare alla storia finita si susseguirono varie versioni, quella che a noi interessa è ovviamente l’ultima, in cui la nostra bellissima Chunhyang e Yi Mongnyoung s’innamorano.

Così come per la condanna politica e della società corrotta anche per il sesso lo stratagemma del film storico aiuta a raccontare creando un distacco nello spettatore che vede i fatti raccontati come lontani da lui; prendiamo in esempio il primo film del 1961, il regista Shin Sangok racconta con ancora molto pudore la storia d’amore tra la kisaeng e il giovane yangban², mostrando i classici criteri del confucianesimo, dove era lecito avere rapporti sessuali solo con la propria moglie e lontano da occhi indiscreti, nel linguaggio cinematografico si traduce con l’oscuramento della camera di Chunhyang lasciando allo spettatore solo l’idea di quello che sarebbe successo dopo. Con la pellicola del 1976 di Park Taewon il discorso cambia; in quanto Kisaeng, infatti, non era improbabile che Chunhyang e Mongnyoung avessero già avuto rapporti sessuali e anche se il loro sentimento era vero e profondo il richiamo della carne poteva non aspettare le nozze in quanto il compito di Chanhyung era quello di compiacere gli uomini ricchi, anche le riprese cambiano, Park Taewon si sofferma infatti spesso sulle labbra sensuali e il collo seducente della giovane kisaeng, mostrandone anche la figura femminile in sottoveste. La vera e propria rivoluzione si ha nel 1987 con il regista Han Sangun, in questo film le scene sono ricche di carica erotica anche se solo legate alla mente del giovane innamorato e non alla vita sessuale vera e propria dei due protagonisti, nel 2000 la storia di Changhyung viene riproposta dal regista Im Kwon Taek

Se la storia di Changhyung ha un vero e proprio percorso storico il primo film erotico della storia lo incontriamo qualche anno prima della pellicola di Han Sangun, nel 1984 il regista Lee Jang Ho presenta il suo “Between the Knees” il film racconta la storia della giovane Ja Young che dopo un trauma legato alla sua infanzia si eccita al semplice tocco del suo ginocchio, inizia qui la vera e propria storia del cinema erotico.

La vera esplosione di questo genere si alla fine del secolo scorso con con “Lies” di Jang Sun Woo, tratto dal romanzo “Tell Me a Lie” dello scrittore Jang Jung Il (lo scrittore venne arrestato per ‘oscenità’ subito dopo la pubblicazione del libro), che racconta la storia di una liceale e un artista di mezz’età aprendosi così al classico filone giovane-vecchio che si trova anche nelle classiche categorie dei film prono e in siti come YouPorn e simili; il film è un escalation di scene sempre più forti di sadomasochismo che destò notevole scandalo in patria, nonostante ciò, divenne un grande successo commerciale e venne presentato in vari festival internazionali tra cui il Toronto International Film Festival e la Mostra del Cinema di Venezia; oltre a “Lies” Venezia ospitò proprio in quell’anno “L’Isola” di Kim Ki Duk anch’esso con una forte componente sessuale.

Dopo questi film inizia una massiccia produzione di film erotici di qualità non sempre ottima, prendiamo ad esempio un film sempre del 1999, “Yellow Hair”, la pellicola di Kim Yu Min racconta la storia di due giovani ragazze inibite che sfruttano gli uomini economicamente e sessualmente; l’unico grande merito di questa pellicola è il messaggio di grande cambiamento per quanto riguarda la figura della donna ma dal punto di vista puramente narrativo la storia non solo non è accattivante ma non gioca neanche con la sensualità tipica del cinema erotico, come questo film molti film catalogati come “film erotici” non sono altro che un insieme disordinato di scene di sesso senza senso, come “Green Chair” del 2005, in cui una storia totalmente mediocre e priva di ogni interesse viene raccontata in sequenze di scene di sesso più o meno esplicite prive di ogni qual si voglia sensualità che il cinema erotico richiede.

Questo ci porta ai giorni nostri, dove la presenza di elementi palesemente erotici si trovano in ogni tipo di genere cinematografico, così come in occidente anche in Corea troviamo nell’incontro tra generi la grande forza del cinema erotico non convenzionale, in film come “Petty Romance” di Kim Jung Hoon e “My PS Partner” di Byun Sung-hyun il sesso fa solo di sfondo allo schema più classico della commedia romantica, ma sono film come “The Housemaid” e “The Taste of Money” di Im Sang Soo o “The Concubine” di Kim Daeseung, nonostante non siano propriamente film erotici, che fanno della tensione sessuale e della carica erotica il loro punto focale; giocando con la sessualità mostrano il cambiamento della figura della donna nel corso degli anni, da semplice oggetto del desiderio, come nelle varie versioni di “Chunghyang”, a vera e propria protagonista che fa del suo corpo e del sesso uno strumento di controllo sull’uomo che solo in apparenza ha il potere.

Il conclusione, nonostante in Corea non esista un vero e proprio mercato di cinema “pornografico” (tanto che nella Penisola ogni sito porno è oscurato), il ‘cinema erotico convenzionale’ gli si avvicina molto, abbandonando quella sottile patina di mistero erotico, togliendo ogni minima inibizione e mancando totalmente di carica erotica; perché anche se manca il famoso finale col ‘cumshot‘³ il resto è tutto molto chiaro e ben poco erotico dando a questo genere una connotazione del tutto negativa nonostante tutto il cinema erotico coreano (insieme a quello del sud-est asiatico, in particolare della Thailandia; mentre rimane del Giappone il primato del mercato del cinema porno.) in Asia è uno dei generi che va per la maggiore con una produzione molto ampia e una distribuzione altrettanto massiccia.

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  1. Kisaeng (기생) o gisaeng, è il termine coreano usato per indicare un’intrattenitrice coreana simile alla geisha giapponese. (wikipedia)

  2. Yangban: erano la più importante classe sociale della Corea nel periodo della dinastia Joseon. (wikipedia)

  3. Cumshot: Cumshot o Cum shot è un termine dello slang inglese che significa letteralmente sparare sperma, usato (soprattutto in pornografia) per indicare l’eiaculazione su una parte del corpo del partner, generalmente sul volto (facial) o all’interno della bocca. La pratica è divenuta un leitmotiv nel cinema porno. (wikipedia)

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    Articolo di: Veronica Croce

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