G-DRAGON COVER MAN PER L'UOMO VOGUE DI NOVEMBRE

 

Perché a quanto pare il mese scorso la copertina de L’Uomo Vogue e relativo articolo su PSY erano solo un aperitivo per qualcosa di più grande, questo mese, infatti, la rivista si dedica prevalentemente all’Asia soffermandosi prevalentemente alla Corea (considerato il numero di nomi presenti in questo numero).
Come Uomo Copertina non potevano non scegliere colui che non vive solo di musica ma che ha creato il suo personaggio anche sulla moda, il Korean Fashionista  per eccellenza, G-Dragon (leader dei Big Bang).

Ecco l’articolo:

Kwon Ji-Yong – meglio noto come G-Dragon – è un venticinquenne di Seul dai tratti androgini e i capelli ossigenati, nonché la più grande popstar asiatica del momento. Scoperto da un talent scout quando aveva 5 anni, debutta ufficialmente nel 2006 come membro dei Big Bang. La boy band è la punta di diamante del K-Pop, quella scena musicale sudcoreana che ha conquistato il mondo con un mix di eurodance, ritmi urban e bubblegum pop.

Ai successi con i Big Bang si aggiungono poi due album solisti, Heartbreaker del 2009 e il recente Coup d’etat, oltre a diversi progetti collaterali. La sua celebrità, però, non è dovuta solo alla musica, ma anche allo stile e al carisma tenebroso, quasi ultraterreno, che ne fa l’idolo di migliaia di ragazzini nonché fonte d’ispirazione di stilisti e art director.

Sembra uscito da un anime fantascientifico, ricorda il romantico pirata interstellare Capitan Harlock, e come lui ama il nero. Lo si vede solitamente avvolto in abiti di pelle, con l’andatura dinoccolata e il ciuffo sugli occhi. Il K-Pop ha raggiunto visibilità in Occidente solo di recente grazie a Psy e alla sua ode demenziale a Gangnam, ma G-Dragon è lontano dalla figura caricaturale del suo “collega”, nonostante i due facciano parte della stessa scuderia discografica, la YG Entertainment.

Il genere è principalmente una questione giovanile e fa leva su motivetti accattivanti, di facile consumo, che trattano stucchevoli storie di amori adolescenziali, serate tra amici e visite al centro commerciale, ma lo scontro con la cultura occidentale lo rende sempre più mutevole. E G-Dragon ne è la prova. Ciò che colpisce, per esempio, è il modo in cui metabolizza le sottoculture giovanili occidentali, prendendo in prestito segni e simboli da rock’n’roll, punk, goth, club culture e hip hop.

Il connubio con l’hip hop americano, in particolare, sta incominciando a dare i primi frutti. Esempi recenti sono le collaborazioni tra Kanye West e i Jyj, will.i.am e le 2NE1, Lil’ Kim e Se7en, mentre l’ultimo album di G-Dragon conta, tra le altre, la partecipazione di Diplo e Missy Elliott, che lo scorso agosto lo ha affiancato sul palcoscenico del K-Con a Los Angeles, prima convention dedicata al K-Pop negli Stati Uniti. L’occasione è stata Niliria, una canzone folk coreana rivisitata in chiave rap.

“Cercavo qualcuno che fosse sulle scene già da un po’, non un emergente”, spiega. “Ho invitato Missy Elliott perché sono sempre stato un suo fan e per fortuna ha subito accettato. Si era presa una pausa dal lavoro per motivi personali ed era un po’ preoccupata di come la gente avrebbe reagito nel rivederla in scena dopo tanto tempo. Il risultato è stato fenomenale e per me è stato un onore e un’imperdibile occasione di apprendimento”.

G-Dragon scopre l’amore per l’hip hop da bambino, ascoltando i Wu-Tang Clan e già a tredici anni scrive e canta i primi versi rap. Qualcuno alla YG Entertainment si accorge di questa sua inclinazione e gli fa subito prendere “lezioni” in materia. All’interno dei Big Bang il suo è il ruolo del “rapper”, sull’avambraccio ha una corona tatuata come quelle che dipingeva Jean-Michel Basquiat sui muri di New York e qualcuno lo ha anche paragonato ad A$AP Rocky.

Più che a quella del coetaneo rapper di Harlem, però, la sua storia si avvicina a quella di Justin (Timberlake o Bieber, fate voi), le cui doti canore e il fascino adolescenziale sono stati abilmente coltivati da agenti del mondo dello spettacolo. Come loro, il giovane Ji-Yong è contrario all’idea dell’artista quale prodotto nelle mani dell’industria dell’intrattenimento, ma allo stesso tempo è consapevole di quanto sia importante incontrare i gusti del pubblico per raggiungere il successo. “Ho dovuto cambiare molte cose di me”, ammette, “incluso il tono della voce”.

Una prova della sua versatilità è Crooked, altra hit tratta dal suo ultimo disco. Il tema questa volta sembra essere il punk, ma da una prospettiva piuttosto allargata. Nel video lo si vede aggirarsi provocante tra i vicoli di Brick Lane, nota meta hipster londinese, accompagnato da una gang di redivivi rockabilly. A t-shirt dei Sex Pistols e dei Black Flag (dove al posto del nome della band compare la scritta Rich kids) alterna un doppiopetto carta da zucchero e capi di memoria vagamente punk.

La cura per l’immagine ha la priorità nello spettacolo K-Pop e la moda e la scenografia giocano un ruolo cruciale. Con G-Dragon questi elementi trovano l’equilibrio ideale, tanto che di recente il giovane è stato insignito del prestigioso Style Icon Award, prevalendo sulle decine di star coreane in nomination, ed è stato protagonista di una mostra, alla Cais Gallery di Seul, con fotografie inedite, memorabilia e abiti di scena. La sua immagine viaggia veloce sui megaschermi che tappezzano le metropoli asiatiche e su migliaia di smartphone in giro per il pianeta. Ad ammaliare i fans è quell’aura surreale che lo rende la popstar perfetta per la civiltà globale dell’era post-digitale, talmente perfetta che a volte viene da chiedersi se esista davvero.” _ DI FRANCESCO SPAMPINATO

L’Uomo Vogue, novembre 2013 (n. 445) _ PUBBLICATO: 13 NOVEMBRE 2013 – 05.00

Fashion Assistant Kim Ah Reum – Hair Stylist Kim Tae Hyun@Leekaja Hairbis – Makeup artist Heakyung Lim
Fashion editor Summer Bomi Kim – Fashion stylist Geeun

Photo by Hong Jang Hyun

(cr: Foto e articolo di propietà di Vogue Italia)

Gli altri nomi presenti in questo numero sono, come annunciato ieri, Kim Hee Sun, HyoHyeon (delle Girls Generation), Siwon (dei Super Junior) e in più Lee Ufan, Jo Sumi, Sue Jin Kang, Hyo Jin Kong, Ryoo Seung Bum, Cho Min Suk, Kim Sung Joo, Ahn Sang Soo, Lee Byung Hun, Doh Ho Suh, Mong Joon Chung, Park Won Soon, Park Chan Wook, Juun J., Lee Yong Woo, Kim Woo Bin, Minyoung Chan

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    Articolo di: Veronica Croce

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