[RECENSIONE] VERY ORDINARY COUPLE

TITOLO ORIGINALE: 연해의온도 (Romance’s Temperature)
REGISTA: Roh Deok
CAST: Lee Min Ki, Kim Min Hee

TRAMA: Jang Young e Lee Dong-Hee dopo 3 anni di relazione decidono di lasciarsi, questo porta i due a fingere di star bene quando in realtà non è così facendo entrare i due in un ciclo di continue rotture e riappacificazioni, raccontate in alcune interviste introspettive.

VOTO: 8,5

L’amore è come una ferita profonda, guarisce anche se lascia il segno

Quando mesi fa scrivevo del successo di questo film, sinceramente non mi spiegavo perché, quello che ai miei occhi (basandomi sulla trama e sul trailer) era un semplice film romantico, potesse avere tutto quel successo; mi dicevo che forse era per Lee Min Ki che smuove un po’ l’ormone femminile o Kim Min Hee che fa lo stesso per il pubblico maschile, ma non è così; questo film è così introspettivo che facilmente ti ci perdi dentro.

 

La storia di Lee Dong Hee e Jang Young non è niente di speciale e spettacolare. Il film si apre con i protagonisti che, dopo essersi lasciati, fingono chi più chi meno di essere forti ma si ritrovano a forzare ed esasperare le loro personalità fino a sembrare due folli; è chiaro allo spettatore che i due si amano ancora ma non si capisce il motivo per cui si sono lasciati, questo è l’unico “buco” narrativo iniziale, lo spettatore si trova inerme davanti ad una coppia che si ama ma non è più una coppia.

Dong Hee gioca al chiodo schiaccia chiodo, uscendo con una ragazza molto più piccola di lui, mentre Jang Young da di se l’immagine della donna matura che va avanti da sola.
Queste però sono solo due facce della stessa medaglia, facce che diventano semplici facciate per apparire diversi da quello che si è e che si prova.
Dong Hee, infatti, appena beve un po’ di più perde il controllo e diventa un folle mostrando la vera natura del suo stato d’animo. Jang Young, invece, come ogni donna, curiosa e che non sa come comportarsi per sapere di più sulla vita del suo ex fidanzato, entra nel suo profilo facebook; ed è lì che abbiamo il primo turning point della storia, Jang Young vede che Dong Hee ha una nuova ragazza, più giovane e decisamente più frivola di lei; e come il 50% delle donne in una situazione del genere, decide di seguirla (le altre farebbero semplice people watching tramite facebook, perché ormai, fatto 30 si farebbe anche 31) fino a vederla con quello che fino a poco tempo prima era il suo fidanzato, colui con cui aveva condiviso 3 anni di vita insieme.
Presa dallo sconforto, decide di uscire con un collega di lavoro che le fa la corte e qui abbiamo l’ennesimo giro di boa; vediamo le vite dei due protagonisti prendere strade diverse ma contemporaneamente non lasciarsi mai, mostrandoci come le loro vite rimangono specularmente uguali; mentre Dong Hee sta male anche Jang Young si sente poco bene; vediamo come, in maniera diversa, con dinamiche finali diverse e contemporaneamente troppo vicine nessuno dei due (e neanche noi spettatori) può ritenere chiusa definitivamente la loro storia.

Tra dispetti stupidi e prese di coscienza la storia tra i due sembra finita definitivamente, fino a quando ci ritroviamo davanti ad un Dong Hee troppo geloso e una Jang Young persa nei suoi sentimenti.

 

Durante un viaggio aziendale i due capiscono che tra di loro non è per niente finita, in un montaggio dinamico vediamo i due cercarsi e ritrovarsi, ma anche quel ritrovarsi mostra degli ostacoli e una barriera che solo uno dei due riesce a rompere per ricongiungersi all’altro.
Tutto è bene quel che finisce bene, si potrebbe dire, se non fosse che pochi mesi dopo i due si ritrovano, e fanno ritrovare lo spettatore che vive la loro storia, in una situazione di disagio e cose non dette che esaspera la loro storia, tanto da decidere di chiudere definitivamente la loro relazione.

Prima di dirsi addio i due – in un parco di divertimento per un appuntamento, cosa tipicamente coreana – salgono sulle montagne russe, e lì il regista ci mostra tramite i flashback i momenti felici della loro storia, quelli che non si cancelleranno mai e che rimangono in maniera indelebile nel cuore e nei ricordi.

 

La nostra non è mai stata una storia d’amore romantica e ricca di sorprese, noi siamo sempre stati una coppia normale, ma ci siamo amati molto nella nostra normalità

Questo è l’ultimo pensiero di Jang Young prima mentre guarda andare via Dong Hee, con uno sbalzo temporale arriviamo alla fine del film, finale che ci racconta le attuali vite dei due protagonisti e come i due si rincontrano e mostrano che tra i due non è del tutto finita.

 

Perché l’amore è come una lotteria, si prova finché non si vince e si diventa quel 3% di persone felici e realizzate.

 

Con una tecnica registica in stile The Office con interviste ai protagonisti (tanto che il film inizialmente aveva il titolo di “Breakup: Interview with Him and Her”) che spiegano quello che sta succedendo intorno a loro e alle loro emozioni, si apre una narrazione introspettiva che rende lo spettatore parte della storia tanto che si prova empatia per i due protagonisti senza parteggiare per l’uno o per l’altra ma semplicemente aspettando con ansia quello che può succedere.
Lo stratagemma delle interviste ai personaggi lascia allo spettatore un po’ spiazzato all’inizio, sentendosi schizzare dentro e fuori dalla storia ma allo stesso tempo risucchiato inconsciamente in profondità.

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    Articolo di: Veronica Croce

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4 pensieri su “[RECENSIONE] VERY ORDINARY COUPLE

  1. Questa recensione è davvero interessante, leggendola mi è sembrato di vedere il film. Non sono una persona che odia lo spoiler, lo trovo una vera e propria salvezza. Di solito li leggo di mia spontanea volontà per evitare di imbattermi in prodotti mediatici discutibili. Questo film sicuramente lo vedrò. Lee Min-Ki sui social network è l’attore più desiderato, ogni tanto su tumblr mi capita di leggere migliaia di appelli per farlo tornare a recitare nei drama xD. Le sue fan sono disperate!! Non lo ritengo un sex symbol, però la sua interpretazione in Shut Up Flower Boy Band mi è piaciuta molto, forse quelle con lui sono le scene più coinvolgenti!!! Si che ne ha fatte stragi in Dalja’s Spring, nel ruolo del giovane spasimante dell’ajumma sconsolata xD, la stessa Chae Rim che in Oh! My Lady si è spupazzata, scusate il termine, il Super Junior Choi Siwon. Questa trama mi sembra una surfata sulle onde delle emozioni, ma alla fine lascia un po’ l’amaro in bocca. L’aspetto delle interviste è molto curioso, lo vedrò con piacere. Grazie mille!!

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