Ho deciso di non scrivere del tentato suicidio di Son Ho Young per rispetto di una situazione che trovo delicatissima e di cui si sa poco; quindi, per non rischiare di scrivere cose sbagliate ho deciso di non dire nulla.
Questo caso però mi ha fatto pensare che forse dovrei parlarvi di un fenomeno molto diffuso in paesi asiatici, una realtà parallela legata ad internet, un mondo di persone che vivono la maggior parte della loro vita online, i Netizen.
Un Netizen è una persona che partecipa attivamente alla vita di Internet, contribuendo e credendo fermamente nella libertà di espressione tramite questo mezzo. L’origine del termine si attribuisce a Michael Hauben. Il termine è utilizzato soprattutto in Paesi come Cina e Corea del Sud, ma spesso lo si incontra anche in testi con argomentazioni riguardanti l’informatica e l’età dell’informazione. – Wikipedia
Questa è l’etimologia nobile del termine; ovvero persone che in paesi come la Cina cercano di esprimere le loro opinioni tramite il mezzo più immediato e globale del mondo.
Peccato che in Corea del Sud i Netizen non siano persone che combattono per la libertà d’opinione e/o informazione, ma il più delle volte sono coloro che creano i veri e propri problemi.
Mi chiederete perché ne parlo proprio ora e cosa c’entra Son Ho Young, ve lo spiego brevemente.
Dopo la scoperta del corpo senza vita della fidanzata del cantante i Netizen hanno iniziato a far girare voci decisamente poco piacevoli sulla situazione, nonostante Son Ho Young non sia sospettato di nessun reato e abbia passato tutta la giornata del funerale con la famiglia della defunta.
Questi commenti hanno reso ancora più debole a livello psicologico l’artista che -come vi ho accennato prima- ha tenta il suicidio.
Sfortunatamente questo non è un caso isolato, già nel 2007 a causa di alcune voci fatte girare su di lei la cantante Yuni si è suicidata proprio a causa di pettegolezzi nati dai Netizen.
Questi sono certamente casi estremi che colpiscono persone già fragili e debilitate da momenti magari non positivi, ma anche nelle piccole cose di tutti i giorni l’opinione dei suddetti Netizen conta molto più di quella di persone in carne ed ossa, tanto che molto spesso per prevenire voci sul conto degli artisti i management degli artisti cercano di bloccare le promozioni o i lavori che i protagonisti della diceria stanno facendo in quel momento.
Voi (magari i più grandicelli di voi) mi direte, ‘ e che differenza c’è tra questi casi e quelli di Mia Martini o Marco Masini? ‘; a livello pratico non c’è nessuna sostanziale differenza, se non che i casi di Mimì e Marco Masini sono prima di tutto casi molto isolati e forse più gravi considerando che le dicerie partirono proprio dal mondo dello spettacolo e non da persone che si nascono dietro uno schermo (n.d.a. Mia Martini prima e Marco Masini poi furono soggetti di stupide superstizioni che li voleva “porta sfortuna” tanto da venir boicottati dallo stesso mondo dello spettacolo; Mia Martini si tolse la vita nel 1995).
Ma tornando al presente in Corea, la cosa che sinceramente mi preoccupa molto e mi fa anche arrabbiare è che spesso questi Netizen hanno avuto il potere di far cadere in depressione persone che non avevano fatto nulla di male agli occhi di persone con una visione del mondo più normale, tenendo conto che in Corea il modo di vedere le cose e di vivere il mondo dello spettacolo è molto diverso dal nostro.
Se da noi chi compie un reato o è protagonista di un qualsiasi scandalo diventa un personaggio mediatico invitato in ogni salottino TV, in Corea i protagonisti di una qualsiasi notizia, anche stupida come una semplice relazione, vengono messi alla gogna molto spesso a causa del vociare dei sopracitati Netizen.
A volte i Netizen, non perdono le giornate solo parlando bene o male di personaggi famosi ma si prendono anche la briga di investigare sulle vite private dei VIP, tanto da trasformasi in veri analisti più che paparazzi improvvisati.
Chiedo scusa per questo lungo editoriale, ma considerato che su Mugunghwa si parla di tutto quello che è Corea mi è sembrato giusto raccontarvi anche questo.
9 pensieri su “[EDITORIALE] I NETIZEN E IL MONDO DELLO SPETTACOLO”