Buon Domenica, come ogni domenica ecco a voi la recensione di un film, questa volta ho deciso di non recensire una commedia romantica.
Ecco a voi la recensione di A Werewolf Boy.
TITOLO ORIGINALE: 늑대소년
REGIA: Jo Sung Hee
CAST: Song Joong Ki, Park Bo Young
TRAMA: Dopo una telefonata inaspettata, un’anziana donna torna nella casa in cui viveva da bambina e comincia a ricordare un ragazzo conosciuto sessant’anni prima. Costretta da piccola a trasferirsi con la famiglia in un villaggio di campagna, aveva scoperto un ragazzo lupo a cui col tempo ha insegnato a comportarsi come un uomo e di cui ha finito per innamorarsi. Quando però il ragazzo, sentendosi minacciato, aveva scatenato i suoi istinti animali seminando panico e terrore, lei lo aveva lasciato con una promessa…
VOTO: 9 +
COMMENTO CRITICO:
Diversità. Rispetto.
Questi sono i temi principali di un film stilisticamente perfetto; il flashback per nulla forzato regala una naturalezza poetica che non fa altro che portare lo spettatore a vivere le emozioni della protagonista ormai anziana.
Il film ci riporta indietro ad una quarantina di anni prima, quando una giovane Soon Yi incontra Chul Soo, il ragazzo da sempre cresciuto rinchiuso come un animale non sa come comportarsi civilmente ma con l’amore della giovane Soon Yi e della sua famiglia riuscirà a provare emozioni vere e sincere; sfortunatamente non è tutto così semplice, e come nella vita di tutti i giorni le perone spregevoli e ignoranti sono dietro l’angolo a distruggere quello che di buono è stato creato.
In un turbinio di emozioni i due ragazzi si conosceranno come esseri umani allo stato primitivo, ma Chul Soo non è un essere umano a tutti gli effetti, se provocato infatti il giovane si trasforma in un lupo mannaro.
Dimenticatevi, però, film tetri sui lupi mannari qui il tema è solo sfiorato, e il lupo mannaro che è dentro Chul Soo non si mostra con la luna piena e nemmeno mangia gli esseri umani, ma come ogni animale, il lupo mannaro dentro Chul Soo, esce solo quando deve proteggere i suoi affetti più grandi.
Incapace di comunicare e di comportarsi davanti agli altri, la vita di Chul Soo si complica quando Ji Tae, un ragazzo arricchito (grazie all’azienda del padre deceduto di Soon Yi) e senza scrupoli, decide di far uccidere il ragazzo per poter avere la giovane Soon Yi per lui. Da quel momento la storia cambia ritmo e le dinamiche diventano più dolorose per lo spettatore, i ricordi di Soon Yi diventano un insieme di sofferenza e speranza fino al finale.
La regia ricorda molto la linearità e pulizia del kolossal hollywoodiano Titanic, il tempo scivola via come una pennellata sulla tela, lo spettatore entra nel mondo dei due giovani protagonisti dimenticandosi di tutto il resto, vivendo le loro emozioni interamente.
La storia pulita senza troppe pretese diventa una vera poesia per gli occhi e l’interpretazione perfetta dei due protagonisti è la ciliegina sulla torta.
La giovanissima attrice Park Bo Young regala infiniti momenti di tenerezza, grazie anche alla buona sintonia con l’attore protagonista Song Joong Ki.
Con la sua interpretazione Song Joong Ki ricorda l’interprete del capolavoro di Kim Ki Duk “Ferro 3”, riuscire a interpretare le emozioni solo tramite gli occhi senza dire neanche una parola è molto difficile e Song Joong Ki riesce alla perfezione.
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